venerdì 9 novembre 2012

Memorie di una bevitrice di Estathè #18

Quando ero piccola, mi sono rifiutata di frequentare la scuola materna. Ho strappato la camicetta di mia madre quando ha provato a lasciarmi in braccio alle maestre e ho dovuto fare un test psicoattitudinale per poter entrare alle elementari. Non sono mai stata una persona facile, lo ammetto, ma ho sempre affogato i miei problemi nell'estathè.
Diciamo pure che, per quanto questo sia nocivo, poteva andarmi peggio.

Se avessi potuto scegliere, io avrei voluto una voce fuoricampo.
Ehi tu, Dio!”, gli avrei detto “Non darmi tutte queste tette, dammi una voce fuoricampo”.

Sviolinathè
Essere sopravvissuta alle scuole dell'obbligo nonostante le premesse è il mio fiore all'occhiello: ho scalato il livellometro della socievolezza contro ogni aspettativa. Alle elementari avevo solo un'amica, al liceo quasi dieci. Poteva andarmi peggio e questa cosa me la sono ripetuta ossessivamente in ogni ambito della vita. E' una scusa tipica, è il confronto con il peggiore, è la giustificazione per tutte le mancanze.
Mamma, poteva andarti peggio, no? Potevo essere una tossica, vendere la collanina d'oro del battesimo per comprarmi un cd di Gigi D'Alessio, mangiare le caccole tirate fuori dal mio naso, essere piromane, aspirare a diventare un'assassina, avere fidanzati musicisti...”
Ecco, se fossimo in una pagina della Settimana Enigmistica, direi che, tra le precedenti affermazioni di difesa, ce n'è solo una che non ho mai potuto usare, in quanto fatto reale di pessima virtù. Indovinate quale.

Secondo me, tu sei il tipo che si mangia le caccole...”
Che cosa hai detto?”
Paganini non ripete”
Ecco, Niccolò: ci mancavi giusto tu”
Vuoi per caso darmi fuoco?”
No, non era nemmeno la piromania, il problema. Quello che ho fatto di terribile, nella vita, è stato innamorarmi di musicisti...”
Ti ricordo che stai dicendo queste cose in presenza di un violinista d'antan

Niccolò Paganini vive con me da una quindicina di giorni e, in questo momento, dopo la mia affermazione, mi sta minacciando con un taglientissimo archetto, ma non otterrà il mio silenzio. Non mi impedirà di dire ciò che penso: ovvero che il musicista è un esemplare particolare di uomo, una persona apparentemente normale che, però, può trasformare la nostra vita in un inferno. Quando ci costringe a raccontargli le cose a tempo con il metronomo, per esempio, così che lui possa ascoltarci in maniera costruttiva; oppure quando ci chiede “Secondo te di cosa parla Rimini di DeAndrè?” ed è il secondo appuntamento e abbiamo diciassette anni e ci sentiamo come all'interrogazione di italiano, sotto stress e alla ricerca della sufficienza.
Il musicista è una figura mitologica, confusa e mutante, che può anche essere una chiavica a suonare o un cesso a pedali, ma dobbiamo sapere che quando quell'esemplare di maschio di cui ci siamo innamorate salirà sul palco, orde di donne si allontaneranno dai loro semplici e banali compagni, che giocano al fantacalcio nel loro massimo picco di creatività, per andare a desiderare il nostro, come se fosse Lennon, Cobain o Mick Jagger. E' la sindrome della groupie, di cui purtroppo soffre la quasi totalità del genere femminile.
E' il motivo per cui siamo pronte ad imparare ad analizzare testi e melodia, manco fossimo delle critiche musicali; il motivo per cui abbiamo trasformato la bocciatura all'esame in un pezzo hip hop; il motivo per cui fingiamo di canticchiare un'aria della Traviata sotto la doccia quando lui ci urla dall'altra stanza “Che canti?” (e, invece, nella migliore delle ipotesi, ci stavamo dimenando con Single Ladies di Beyoncé).

Ai miei tempi, non funzionava così”
Paganini, non mi dire che non avevi groupies...”
Avevo un caratteraccio, una cattiva reputazione, girava voce che avessi fatto un patto con il diavolo...”
Se fossi nato nella seconda metà del novecento, saresti stato un sex symbol...”

Da quando è arrivato, Paganini non ha fatto altro che suonare e bere il mio estathè. Non ha fatto altro, giuro. Credo sia il contrappasso, la punizione, l'onta per aver avuto un paio di fidanzati musicisti: l'equivalente della cirrosi epatica per gli alcolisti o della broncopneumopatia per i tabagisti.
A noi ex fidanzate ci tocca ospitare Niccolò Paganini.
E' tutta colpa del vescovo di Nizza che non ha voluto che il suo corpo fosse seppellito in luogo sacro, a causa di quella storia sul diavolo e della sua condotta poco religiosa, se lo spirito di Paganini incombe su tutte noi.
Come antidoto, ad oggi, faccio compilare un'autocertificazione agli uomini prima di innamorarmi, nella quale giurano di non aver mai suonato nemmeno il triangolo.

Guarda che il triangolo è uno strumento sottovalutato”
Niccolò, non fare i capricci...”
Se non posso fare i Capricci, me ne vado, ma sappi che sentirai la mia mancanza. C'è gente che pagherebbe oro per ascoltarmi suonare tutto il giorno. Poteva andarti peggio, no?”

E' vero, sì. Una delle cose che Niccolò ha detto è profondamente vera, ma non dico quale. Lascio che siate voi ad indovinare.

Vostra,
Iris.

Nessun commento:

Posta un commento