lunedì 22 ottobre 2012

guerre di logoramento in fila al supermercato

l'infelicità degli altri ci farà passare delle dolci notti, appostati a rubare rabbia agli angoli delle strade. bevo le tue parole sul dilaniamento dell'anima perché non ho niente di meglio da fare la sera. abbiamo letto i prezzi dei ristoranti della cosa giusta, delle battute tristi (a conferma dell'impossibilità di un dio), del buon gusto per il cattivo gusto dei silenzi in cene costose dei giorni delle tradizioni da rispettare delle voci da bambini che saremo sempre senza esserlo stati mai.
urliamo fino a squarciarci la gola, ma i vetri del ristorante non si scomodano neanche a tremare. non ci resta che chiedere mogi l'elemosina all'uscita. cercherò nei tuoi occhi a spillo le risposte e mi illuderò come tutti gli altri illusi che il nostro sia un a***e di chewingum. non degradabile. per vincere la fame. mi attaccherò con i pugni alla felpa che non lavi da giorni raggruppati in settimane per non lasciarti andare in guerra. senza di me. ti inonderò di informazioni inutili perché è quello che sta scritto nei miei manuali americani. che non era tanto per dolore quanto per sconfiggere gli inviti per uno.

una volta ho percepito il disagio per le canzoni tristi e ho pensato che cambiare paese non sarebbe stato abbastanza.

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