Il
lunedì è un giorno terribile e questo è il primo fatto. Il secondo
fatto è che nessuna tisanina leggera ci aiuterà ad affrontare
l'inizio di una settimana che, bene che ci vada, durerà altri cinque
giorni di sole splendido. Il terzo fatto è che, quando arriverà il
week end, pioverà. Quindi, non ha senso rilassarsi, cari amici
drogati di bevande eccitanti, ha senso perdersi nella nostra
dipendenza, disse una donna arruffata con un bicchiere di Estathè in
mano.
Se
avessi potuto scegliere, io avrei voluto una voce fuoricampo.
"Ehi
tu, Dio!”, gli avrei detto “Non darmi tutte queste tette, dammi
una voce fuoricampo”.
"Mannaggia
la San Pellegrino” è una bestemmia?
Sto
finendo il carburante, è ufficiale. Il mio serbatoio urla vendetta
lampeggiando imperioso con una lucetta rossa sul cruscotto. So bene
che devo mettermi in fila con gli altri, educatamente pronta a
sborsare un sacco di soldi solo per poter continuare a muovermi per
il mondo. Dannatissimi aumenti dei prezzi.
Quando
sono arrivata a Roma, un quantitativo di anni fa che non ho alcuna
voglia di contare, la benzina costava molto meno, cercavi casa
strappando i numeri di telefono dai lampioni e gli autobus notturni
non avevano la N davanti al numero.
Forse,
eravamo tutti più svegli.
Forse,
si stava meglio quando si stava peggio.
Forse,
la dietrologia è una scienza esatta.
Il
presente, però, è così prepotente che se togli una s e ci
metti un pot è già di per se stesso contenuto nella sua
stessa pre(s/pot)enza.
Quindi,
sono in coda, molto più educatamente delle ottuagenarie che mi
guardano con gli occhi da cagnolino bastonato e che faccio passare
avanti nella fila, anche se hanno molto più tempo libero di me ed
una pensione alla quale io non potrò mai aspirare.
Ecco,
è arrivato il mio turno di fare il pieno.
"L'estathè
era finito e lei avrebbe voluto ammazzarsi..."
"Cazzo,
sì. Voglio ammazzarmi!"
"Era
rimasta attonita di fronte agli scaffali delle bevande migliori, nel
reparto più sexy del supermercato. Come avrebbe fatto a far partire
la sua macchina, senza benzina?"
"Si,
come farò?"
"A
quel punto, dalla rabbia, lei divampò."
"Mi
hanno detto che nessuno divampa, che non lo si deve mai scrivere, a
meno che non si sta raccontando di quel programma terribile che fanno
su Real Time e che si chiama 'Malattie imbarazzanti'. Lì, sì
che la gente divampa..."
"Era
così concentrata sull'assenza di una pur minima traccia di Estathé
da poter leccare via da un ripiano che nemmeno si accorse che il thé
della San Pellegrino era in offerta..."
"A
parte che io non leccherei mai il thé da un ripiano (a meno che non
sia il ripiano di casa mia sul quale il mio coinquilino più
rincoglionito ha fatto cadere l'Estathé mentre se ne versava un
bicchiere sotto i miei occhi attenti -pare che io metta un po'
d'ansia-). E poi, soprattutto: la voce fuoricampo del Beltè non si
può sentire! Ma che é? Pubblicità occulta?"
"Lei
era un po' nervosa..."
"E
basta con questa terza persona! T'ho sgamato, ormai..."
"...
ed era veramente capace di trasmettere una certa ansia."
"Senti,
non lo voglio il Beltè. Mannaggia a te e alla San Pellegrino..."
Quando
sono arrivata a Roma, l'Estathè costava almeno venti centesimi meno
di adesso, il biglietto dell'autobus almeno un quindici per cento in
meno e c'erano ancora due zeri consecutivi nel progressivo
dell'annualità sul calendario.
Il
tempo è passato inesorabile sulle nostre teste e piuttosto bastardo
nelle nostre tasche, ma mi ha lasciato in dono un grandissimo punto
fermo.
Da
che ne ho memoria, l'Estathè non è mai stato in offerta. Mai.
E'
come la cocaina, non ne ha bisogno.
Iris
Versicolor
si sta come d'autunno
RispondiEliminasugli alberi
divampando
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